La storia di una ricerca messa in immagini; le radici di un cognome impresse nel lavoro sulla pietra sono la base di partenza per spiccare un volo.
Realtà e fantasia si mescolano in una giornata d'autunno intorno ad un picco utilizzato in passato per estrarre lastre di pietra - le lose - e oggi meta di interessanti escursioni.
Inserisco qui una spiegazione su come si ricavano le lose:
È una stratificazione particolare della roccia che si trova solo in alcuni luoghi. Ogni strato è diviso dall'altro da una micro fenditura . Quando la distanza tra una fenditura e l'altra è regolare e abbastanza uniforme, (tra 2 e 5 cm è il meglio) , allora stacchi dei blocchi dalla roccia madre .
Poi lavori sul blocco seguendo la fenditura a colpi di scalpello a punta finché senti che cambia il suono. Quando il suono passa da "sclin" (squillante) a "cousatà" (suona a vuoto" ) vuol dire che la losa "ha sentito" . allora passi allo scalpello piatto , lo pianti delicatamente un po' per lato in modo da aprire lentamente la fenditura e non spaccare la losa .
A volte è utile versare acqua nella piccola spaccatura che si sta lentamente aprendo. L'acqua fa strada.
A seconda del tipo di roccia le tecniche possono variare e ci sono molti altri accorgimenti da usare ma questi mi sembrano un po' i principi di base
(Grazie Gigi Ubaudi)
La grotta nel calcescisto più lunga d'Italia... e forse d'Europa, è nelle Valli di Lanzo, a Mezzenile
Gli speleologi del CAI di Lanzo possono portarvi a visitarla.
Per me è stata una esperienza unica; abituato alle grotte antropizzate, illuminate, turistiche, sono stato sorpreso dal buio più totale.
Fotograficamente è un esperienza insolita: normalmente ci si posiziona in modo da ottenere la luce migliore muovendosi con la fotocmera, in questo casoinvece la fotocamera sta ferma ed è il posizionamento delle luci a costruire la fotografia.
Per quanto riguarda l'unnicità della grotta, qui ne parla Marco Massola del CAI: https://www.youtube.com/watch?v=CYh4sqYJziI&t=1249s
Mi interessa l'opera dell'uomo nell'ambiente alpino, per questo mi avevano indicato (grazie Carla!) la 'Vi dla Pala', la via della Pala, come luogo da visitare; un sentiero d'alta montagna, sapientemente lastricato con spesse pietre piatte, nel comune di Groscavallo, nelle Valli di Lanzo.
Un paio di volte l'ho cercato e ho colpevolmente sbagliato l'itinerario.
Chi la dura… infine, in un giorno di novembre, ho imbroccato la giusta strada.
Prima un poco di storia: più o meno una settantina d'anni or sono, dopo la seconda guerra mondiale, si è presentata la soluzione al problema del collegamento tra due alpeggi, qui chiamati 'gias' (che non vuol dire ghiaccio; ma giaciglio, rifugio) su due opposti versanti della stessa valle separati da una pietraia.
Questa valle è la valle di Alpetta, che si inserisce nel più ampio scenario delle Valli di Lanzo.
La soluzione si dice sia dovuta ad un pastore, detto Milàn, che con 'pic e pala' (piccone e badile) ha realizzato su questa pietraia divisoria un percorso di unione, un 'ponte' tra i due alpeggi 'Pian delle Cialme' e 'Costa', per il trasferimento di cose e bestiame in modo da unire la valle.
La via è mediamente pianeggiante, a circa a duemila metri d'altezza; percorrendola si percepisce il frutto del lavoro e dell'ingegno di chi ha messo in atto una costruzione che ha varcato i decenni e si candida per i secoli.
La fortuna di percorrerla in una soleggiata giornata d'inverno ha congiunto i panorami mozzafiato nello sguardo in avanti con la meraviglia degli occhi volti alla solidità su cui poggiavano i passi.
Cielo e pietra; cos'altro di più differente poteva congiungere quest'opera dell'uomo?
Nel video ho cercato di riproporre l'atmosfera ed i pensieri che questo luogo può ispirare.
Grazie, Milàn.
PASSO DI BOJRET::Gloria - Drone cinematic
Un passo tra i monti collega la val Grande di Lanzo e la Valle dell'Orco; dopo il passo, una valle laterale ospita un lago: il passo ed il lago di Bojret.
Appena sopra il santuario della Madonna del Ciavanis questo passaggio in novembre riserva panorami inaspettati; la vista delle Alpi fino al Monviso da un lato, il lago ghiacciato e Locana in lontananza dall'altro.
Alla fine dell'autunno i colori dei larici ammantano di favola il Piano delle Riane, nelle Valli di Lanzo.
Alcune foto dal triathlon dei Boscaioli a Pialpetta, nell'estate2024.
Sea è luogo del silenzio, della roccia e dell'acqua; ci porta vicino al centro dell'anima.
Questo è un video su una domanda, su una domanda idiota, fatta da un idiota.
Riguarda il vallone di Sea, lunga e bellissima valle al termine della valgrande di Lanzo, a Forno Alpi Graie.
Si parte dalle tristezze che ci circondano e dal trambusto quotidiano, si passa al ricordo della bellezza per poi ripiombare nella mestizia chiedendosi a cosa sia servito quel passaggio, quali meccanismi abbia smosso quel ricordo, come ci possa cambiare l'immersione nell'ambiente naturale.
La bellezza salverà il mondo?
Questa la domanda che percorre il video, a cui Dostoevskij ha dato voce, ma non risposta.
Ognuno di noi ha una risposta, a volte pericolosa, anch'io ce l'ho; che quando ci credo rischio veramente di passare per l'idiota che ha tolto alla domanda il punto interrogativo.
Appartamenti vacanze in Mezzenile.
Contatti:
+39 3495234996
silvialesne@libero.it
Corso di fotografia del CAI Lanzo - febbraio 2024.
Montaggio delle fotografie dei corsisti.
La notte del 21 dicembre 2023, la data del solstizio d'inverno, dormivo a Pessinetto.
La tranquillità del sonno era interrotta dal vento forte, la temperatura esterna di 13 gradi insolita; ma ciò che mi ha turbato era il buio: fitto.
Molto di più del solito.
Nell'andirivieni tra sonno e veglia ho dovuto arrivare fino al mattino per rendermi conto che la causa del buio fitto era che non c'era corrente elettrica; in tutto il paese.
Mi sono alzato verso l'alba, a tentoni sono arrivato all'auto. La luce era insolita, la temperatura pure; nella mattina saremmo arrivati ad oltre venti gradi.
Arrivato all'auto, rivolgo fiducioso lo sguardo verso l'alba, verso la mia cara stella del mattino.
Ed è in quel momento che vedo ciò che vedete nel video: il monte del Santo che va a fuoco, la testa della valle conquistata dalle fiamme.
Luci lampeggianti blu mi fanno capire che grazie al cielo mentre dormivo qualcuno si è preoccupato, ed ha agito, prima che io me ne rendessi conto.
Per giorni la forza dell'incendio domina i pensieri e le parole di tutti.
Dopo qualche tempo percorro i boschi bruciati.
La maggior parte è salva; il fuoco ha distrutto il sottobosco ma non gli alberi.
L'odore acre del bruciato, e prima ancora il colore nero dominante, catturano lo sguardo ed i sentimenti.
Cammino pensoso nel vedere i primi ciuffi d'erba che ricrescono, le pigne liberate dopo l'incendio che assicurano la rinnovazione.
Al di là del grave pericolo immediato la natura sa come guarire presto da quei piccoli malanni che sono gli incendi.
Percorro antichi sentieri per arrivare al santuario; circondato dal nero si erge bianco a dominare le tre valli.
Insieme ai sentieri, percorro i pensieri che portano a porre simboli in testa ai monti.
Croci, santuari, cappelle; panchine; belvedere o ristoranti.
Mi prende pena la piccola polemica veteroanticristiana, ormai logora e sfilacciata da non potersi più presentare con decenza.
Mi conquista invece la ricerca del simbolo da porre in testa al monte, a capo della valle.
Come chi si fa un tatuaggio e mette in un punto, esattamente in quel punto, un simbolo di ciò in cui pensa valga la pena farlo: per sempre.
Non importa che gli altri non capiscano, è importante per chi lo fa, non per chi lo guarda che non ha null'altro da fare che cercar di capire.
Proprio per cercare di capire questo simbolo messo in testa alle valli ci ho girato intorno dopo l'incendio per lasciare un segno nella rete di ciò che ho visto.
Non ci ho capito tanto, ma devo dire: ho sentito molto.
'che a volte la testa gira a vuoto e va lasciata stare; va sentito il cuore.
Questo video esplora il misterioso vallone di Croset: una piccola oasi nascosta nella val Grande di Lanzo, avvolta in un'atmosfera riservata e muschiosa.
Un angolo poco conosciuto, vicino al vallone di Trione, dove il grande sentiero GTA attraversa le Alpi. Senza valichi importanti, pochi osano avventurarsi qui, rendendo questa esperienza ancora più preziosa per chi la cerca. Salendo da Pialpetta di Groscavallo, scoprirete i tre alpeggi incantevoli - il Gias Croset, il Gias Vecchio e il Crot - per poi proseguire verso i due colli: il colle Croset e quello verso Trione.
Nell'alpeggio più alto, il Crot, una straordinaria costruzione in pietra con un tetto ad arco si erge maestosa, come una cattedrale gotica, un autentico gioiello di architettura rurale.
I 6 km di Croset offrono un'escursione intensa, con un dislivello di 1450 metri dai 1000 di Pialpetta ai 2450 del colle Croset. La sfida è concentrata all'inizio, fino al Gias Croset, che si raggiunge in un'ora o un'ora e mezza, e nell'ultima parte, dal Crot al colle; il percorso si fa più dolce nel mezzo.
Escursioni facili sui sentieri delle valli di Lanzo accompagnati dalla guida escursionistica Ambientale Roberto Bergamino.
Gita del 28 gennaio 2024: l Circul - Pessinetto Fuori - La Costa - Gisola - Tortire - Chiaves e ritorno al Circul