Dove sono le valli di Lanzo?
A nord oves di Torino si trova Lanzo, distante poche decine di chilometri.
Il Ponte del Diavolo segna la separazione tra la pianura e le valli; di qui fino al confine con la Francia si distendono le valli.
Mentre esistono valichi tra una valle e l'altra (bellissimo il valico del colle della Dieta tra Mezzenile e Viù) non esiste un valico verso la Francia, anche per la particolare conformazione che vede tutto il confine non scendere mai sotto i tremila metri. Montagne ripide che ne fanno la culla per gli appassionati di alpinismo.
Le Valli di Lanzo ospitano le cime più alte delle Alpi Graie, tra queste la Ciamarella e la Bessanese.
Ma quante sono le valli di Lanzo?
Le tre valli di lanzo... in realtà sono quattro. Ah no, cinque... Ma invece... sei!
Partiamo con ordine.
Quelle che sono le 'classiche' valli di lanzo sono quelle a monte dell'abitato di Lanzo lungo la statale; con ordine dopo Germagnano si diparte la valle di Viù e quindi si passa da Pessinetto per giungere a Ceres, dove si dipartono la val d'Ala e la val Grande.
Quindi... com'è che qualcuno aumenta il numero delle valli?
La valle Tesso
Lo spettacolare Roc del Gal, formazione rocciosa sullo spartiacque tra la valle Tesso e la val Grande di Lanzo
La prima che viene aggiunta è la valle Tesso: è ad est di Lanzo, la si raggiunge attraverso il comune di Monastero e si estende fino a quella di Coassolo.
Meta di gite poco impegnative e dalle grandi soddisfazioni, è la valle che separa la pianura dai monti, sono le vere e proprie prealpi.
Passando in cresta l'occhio da una parte si estende alla visione versoest di Torino, dei colli di Superga, del gigante di pietra del Monviso e, nei giorni più tersi, sono facilmente visibili le ciminiere della centrale di Trino vercellese.
Voltando lo sguardo dalla parte opposta cambia totalmente il panorama: si erge il bastione dove s'inerpica il santuario di Santa Cristina che fa da spartiacque tra la val Grande, a destra, e la valle di'Ala a sinistra.
Questa visione la si può avere dal colle della Forchetta, che fa parte di una facile e lunga passeggiata lungo una strada che a partire dall'abitato della frazione Chiaves, ed in particolare della zona chiamata fontana Sistina, fino allo spartiacque del colle di Perascritta che si affaccia sul Canavese, passando per diversi alpeggi e per il lago di Monastero.
E' una 'classica' di primavera per le bellissime fioriture dei prati in maggio-giugno, ma puà anche essere percorsa d'inverno, con la neve e le ciaspole o a piedi, perchè i pendii non si fanno mai troppo ripidi e la camminata è agevole.
Il rifugio Salvin, anch'esso raggiungibile con una strada, è tranquilla meta per passeggiate e buon luogo per ristorarsi.
La valle Tesso a buon conto fa parte delle valli di Lanzo, ne è compresa nei naturali confini geomorfici e per l'omogeneità con il resto del territorio.
La valli Ceronda e Casternone
Le lame di Varisella: il torrente Ceronda crea gradevoli pozze dove rinfrescarsi
Altra valle a volte aggiunta, soprattutto per motivi amministrativi, è.. anzi, sono due valli riunite, le valli del Ceronda e del Casternone. Situate a sud ovest di Lanzo, non fanno parte del bacini dello Stura e quindi sono meno conformi geograficamente con il resto del territorio.
Anche queste sono prealpi, monti che non raggiungono altezze elevate ma che consentono passeggiate anche impegnative; l'anello La Cassa - Moncolombone - Madonna dell Neve - Givoletto richiede un buon allenamento; si estende per venti chilometri ed ha un dislivello di mille metri.
Altre passeggiate, alcune meno impegnative altre decisamente facili, costellano il territorio e si prestano ad escursioni a cavallo o in bici. Molti sono i percorsi dedicati alle mountain-bike, organizzati a più livelli e dotati di bacheche informative.
Queste valli confinano a sud con il parco della Mandria e con il gioiello della Reggia di Venaria, mete ragguardevoli per la bellezza del paesaggio e la valenza artistica.
A questo punto abbiamo citato le valli Tesso, Ceronda, Casternone, Viù, Ala, Grande... quindi ci sono sei valli di Lanzo?
Sì, per estensione le si possono considerare sei, ma i 'puristi' riterranno solo le tre valli principali (Viù, Ala, Grande) come 'vere' Valli di Lanzo, quelle accomunate dall'essere bagnate dal torrente Stura di Lanzo.
La valle di Viù
Una spettacolare vista dal sentiero Italia, che riprende una antica ferrovia costruita per la costruzione della diga del lago di Malciaussia
La valle di Viù è sulla statale la prima che si separa; con un lungo tratto porta fino a Viù, e di qui passando per Lemie ad Usseglio, che è la testa della valle.
C'è chi sostiene che essendo quella che ha il primo comune importante lontano da Lanzo, sia quella che abbia conservato i più accentuati caratteri di arcaicità e di tradizioni contadine; la 'Viuleta', rassegna di canto orale, ne è una delle più pure testimonianze.
Mentre verso sud la valle si apre attraverso il col del Lys verso la più blasonata valle di Susa, a nord di Viù si apre lo splendido vallone dei (o di?) Tornetti, incantevole per gli alti pascoli, per le passeggiate verso gli alti laghi alpini di Viana e di Lusignetto, per il massiccio dall'aspetto dolomitico di Rocca Moross con la 'Schiena del Drago', la frastagliata cresta percorsa dagli escursionisti avventurosi... ed esperti.
La testata della valle nel comune di Usseglio è la più importanted elle tre dal punto di vista della flora per la varietà e qualità del substrato roccioso.
Nei primi anni del novecento è stata creata una imponente opera idraulica che sfrutta le acque del lago della Rossa, il lago artificiale più grande a queste altezze (quattro chilometri a 2750m) che con una serie di salti raggiunge più centrali elettriche arrivando infine nel comune di Cafasse.
Queste opere hanno lasciato manufatti oggi utilizzabili per meravigliose passeggiate; ne siano esempi la strada per arrivare nei pressi del citato lago della Rossa o il 'tracciolino', antica ferrovia a scartamento ridotto utilizzata per portare i materiali di costruzione per la diga del lago di Malciaussia, altra perla incastonata nei monti.
Di questo 'tracciolino' rimangono presenti alcuni dei binari; la loro base fa da sentiero dai panorami mozzafiato, anche in questo caso riservato ad escursionisti esperti.
Se da Germagnano procedete lungo la statale troverete Pessinetto, luogo baciato dalla fortuna per avere il fantastico locale del 'Circul' dove fermarsi per colazioni, pranzi, merende, cene, aperitivi etcetera, dopodiché ben rifocillati ci si trova a Ceres; appena prima c'è il bivio tra le valli di Ala e Grande, separate dal magnifico bastione di Santa Cristina che merita una passeggiata, magari ad anello, salendo da una valle e ridiscendendo dall'altra.
La Val d'Ala
Una pettacolare vista nel grande anfiteatro del Piano della Mussa
La Val d'Ala è più stretta e ripida rispetto alla Val Grande, si inerpica fino al leggendario Pian della Mussa nell'ancora più leggendario comune di Balme, culla dell'alpinismo italiano.
Qui le escursioni si fanno innumerevoli, sia dalla parte sud, rivolta verso la valle di Viù, che verso il nord rivolto alla Val Grande; di particolare interesse il vallone di Crosiasse con i suoi incredibili panorami rocciosi e antichi sentieri che si inerpicano fino agli alpeggi in quota. Il passo dell'Ometto all'ombra della piramide rocciosa dell'Uja di Mondrone separa le valli ed il vicino bivacco offre riparo per chi voglia passare qualche giorno in quota.
Dal piano della Mussa, che ospita in più locali gli avventurosi viaggiatori, parte il sentiero per il rifugio Gastaldi a quota duemilaseicento sotto l'imponente Bessanese e basi di partenza per la salita alla Ciamarella, la più alta delle Alpi Graie; da qui in più piunti si può attraversare il confine con la Francia, non scendendo mai sotto i tremila metri.
La Val Grande
RIposanti passeggiate nel lariceto dei Rivotti, all'imbocco del sentiero balcone.
Meno ripida, caratterizzata da un ampio fondovalle e da una strada più percorribile, la Val Grande si estende fno ai milleduecento metri di Forno Alpi Graie.
Queste caratteristiche la rendono meno aspra e più riposante per chi la percorre in strada o in bici nel fondovalle, mentre si rivela immediatamente ripida per chi si vuole avventurare in quota.
I paesi si sviluppano principalmente sul versante al sole; Vru,Lities, Alboni, Rivotti sono raggiungibili da ripide strade da cui partono passeggiate memorabili.
A Forno Alpi Graie il monte Uia di Mombran separa il vallone della Gura dall'incredibile Vallone di Sea: 12 km di una belleggia selvaggia, incredibilmente non ancora solcato da alcuna strada, meta di riposanti passeggiate nell aprima parte che diventano per escursionisti esperti nella seconda (Bivacco Gias Nuovo, Bivacco Ferrero-Soardi).
Particolarmente interessante la passeggiata sul Sentiero Balcone, che partendo dai Rivotti (Groscavallo) si estende su una strada sterrata e mai troppo ripida fino a Gias Fontane Nuovo, ottima e facile escursione a piedi o in bici.
La Val Grande ospita tesori nascosti, accessibili solo a piedi, come il vallone di Croset, lo splendido Pian delle Riane, o la sbalorditiva Vi 'dla Pala, consigliata ad escursionisti esperti.
I boschi delle valli di Lanzo
Splendide faggete adornano le valli di Lanzo
Chi percorre con occhio critico i boschi delle valli di Lanzo si accorge da subito di una caratteristica comune: sono boschi giovani, non esistono piante secolari.
Questo è dovuto allo sfruttamento minerario di queste valli nei secoli passati, sfruttamento che richiedeva l'utilizzo massiccio di legna per i forni e le fucine; si trovano tracce nei toponimi caratteristici della zona e a Mezzenile è visibile un monumento ai chiodaioli, dovuto al particolare tipo di industra metallurgica che si era un tempo sviluppato.
Tra i boschi più belli sono sicuramente da annoverare le faggete, oasi di pace e silenzio, caratterizzzate dal sottobosco praticamente assente e dalle alte chiome che creano un ambiene ombroso e riposnte.
... e le grotte!
Visita all'interno della Grotta di Pugnetto
Nelle Valli di Lanzo, a Pugnetto nei pressi di Traves ci sono grotte da primato: le valli di Lanzo ospitano infatti le grotte nel calcescisto più lunghe d'Italia, e forse d'Europa.
E'infatti inusuali che le grotte si formino in questo tipo di roccia, tipicamente a causa della caduta di grandi pezzi; più normale trovrare grotte scavate dall'acqua.
Conosciute già dal 1700, non sono ancora state completamente esplorate; il CAI di Lanzo organizza escursioni guidate.
Italo Losero - dic 2024
Fotografie e video dell'autore